sabato 15 maggio 2010

Trappole per scimmie (e non solo)



In Asia e in altre parti del mondo esiste un metodo ingegnoso per catturare le scimmie. Si prende una zucca vuota o qualcosa di analogo e si fa un foro in cui possa agilmente passare la mano aperta della bestiola. Poi si riempie la zucca di riso o altre leccornie e la si fissa ad un albero. La scimmia infilerà la mano, afferrerà quanto più cibo possibile e a quel punto…resterà intrappolata. Si perché il foro non sarà abbastanza grande per lasciare passare il pugno chiuso e la scimmia non prenderà mai in considerazione l’idea di aprire la mano e lasciare il cibo. Non è quindi la trappola in se a bloccare la scimmia quanto il suo rigido sistema di valori.

Passando dalle scimmie pelose a quelle “nude” (noi), non cambia molto. Siamo vittima di “trappole per scimmie” tutti i giorni e per lo più non ce ne accorgiamo. La storia e la metafora apre la strada ad alcune domande:
Quali sono le cose a cui ci aggrappiamo disperatamente e che non riusciamo nemmeno ad immaginare di mollare?
Come mai ci è più facile attribuire la responsabilità delle proprie difficoltà a qualcosa di esterno (la trappola) piuttosto che a qualcosa di interno (il nostro modo di pensare e quindi agire)?
Quali sono le trappole per scimmie più comuni in cui rimaniamo intrappolati come singoli, squadra, azienda e perché no paese e umanità intera?
E soprattutto, se fossimo tutti davvero liberi e non ce ne accorgessimo?