Luigi deve
parlare di una questione con il suo capo Evaristo. Lo raggiunge nel suo
ufficio, si siede di fronte a lui e comincia a spiegare. Evaristo lo
esorta…”vai pure avanti”, “di pure”. Peccato che Evaristo, mentre esorta, sta
contemporaneamente scrivendo una email. Nella stanza la voce di Luigi, il
picchiettare furioso dei tasti e dei mugugni di Evaristo che davvero crede di
essere in grado di riuscire contemporaneamente a scrivere ed ascoltare.
Probabilmente farà male tutte e die le cose. Finita la (mezza) conversazione,
Evaristo raggiunge la sala riunioni per un meeting con il marketing. Arriva
ovviamente in ritardo, ma poco male, gli altri sono in ritardo come lui. Mentre
aspetta scrive ulteriori email con il cellulare, e prosegue, passando dalle
email agli sms durante tutta la riunione che nel frattempo è iniziata. Del
resto ha un problema aperto con la divisione vendite e deve assolutamente
chiarirsi. Terminato il meeting e mentre si sposta per i corridoi riceve una
email riepilogativa con l’action plan della riunione, uno dei punti discussi
riassunto nella email non gli torna, a lui non sembrava di aver dato il
consenso a quel progetto. Incontra il suo team per il meeting settimanale e
mentre i suoi gli raccontano i risultati continua a pensare al marketing: o lo
hanno incastrato o lo hanno deliberatamente ignorato. Scrive una email furiosa
durante la riunione mentre i suoi parlano al vuoto. Al termine parte con un
collega delle vendita ed in taxi si dirige in aeroporto. Durante il tragitto
parla tutto il tempo al telefono con un collaboratore che ha un problema e
scambia sms con quelli del marketing che stanno facendo escalation. E via così.
Cosa è?
Presunzione? Delirio di onnipotenza? Venerazione del multitasking? Mancanza di
educazione? Arroganza? Semplice imitazione dei peggiori comportamenti
manageriali? Totale incapacità di gestire se stessi (che è quasi peggio di
tutte le altre per chi ha un ruolo di responsabilità)? Qualunque sia la causa
si segnala l’ormai definitiva scomparsa della “presenza” nei comportamenti
aziendali. Nessuno riesce più ad essere completamente presente in quello che
sta facendo. Sempre con un pensiero al passato e molti al futuro, a gestire ed
imbastire comunicazioni virtuali che generano confusione ed imbarazzo ed
incapaci di gestire il qui ed ora. Impossibile dare e ricevere attenzione
piena. La “presenza” è pianta soprattutto dalla vecchia virtù del rispetto ed
inaspettatamente dalla virtù dall’ “efficacia”, ancora giovane ma ignorata ed
incompresa. Perché se siamo solo presenti a metà, daremo metà, riceveremo metà
e dovremo lavorare il doppio.