sabato 16 aprile 2016

L'assenza della presenza


Luigi deve parlare di una questione con il suo capo Evaristo. Lo raggiunge nel suo ufficio, si siede di fronte a lui e comincia a spiegare. Evaristo lo esorta…”vai pure avanti”, “di pure”. Peccato che Evaristo, mentre esorta, sta contemporaneamente scrivendo una email. Nella stanza la voce di Luigi, il picchiettare furioso dei tasti e dei mugugni di Evaristo che davvero crede di essere in grado di riuscire contemporaneamente a scrivere ed ascoltare. Probabilmente farà male tutte e die le cose. Finita la (mezza) conversazione, Evaristo raggiunge la sala riunioni per un meeting con il marketing. Arriva ovviamente in ritardo, ma poco male, gli altri sono in ritardo come lui. Mentre aspetta scrive ulteriori email con il cellulare, e prosegue, passando dalle email agli sms durante tutta la riunione che nel frattempo è iniziata. Del resto ha un problema aperto con la divisione vendite e deve assolutamente chiarirsi. Terminato il meeting e mentre si sposta per i corridoi riceve una email riepilogativa con l’action plan della riunione, uno dei punti discussi riassunto nella email non gli torna, a lui non sembrava di aver dato il consenso a quel progetto. Incontra il suo team per il meeting settimanale e mentre i suoi gli raccontano i risultati continua a pensare al marketing: o lo hanno incastrato o lo hanno deliberatamente ignorato. Scrive una email furiosa durante la riunione mentre i suoi parlano al vuoto. Al termine parte con un collega delle vendita ed in taxi si dirige in aeroporto. Durante il tragitto parla tutto il tempo al telefono con un collaboratore che ha un problema e scambia sms con quelli del marketing che stanno facendo escalation. E via così.

Cosa è? Presunzione? Delirio di onnipotenza? Venerazione del multitasking? Mancanza di educazione? Arroganza? Semplice imitazione dei peggiori comportamenti manageriali? Totale incapacità di gestire se stessi (che è quasi peggio di tutte le altre per chi ha un ruolo di responsabilità)? Qualunque sia la causa si segnala l’ormai definitiva scomparsa della “presenza” nei comportamenti aziendali. Nessuno riesce più ad essere completamente presente in quello che sta facendo. Sempre con un pensiero al passato e molti al futuro, a gestire ed imbastire comunicazioni virtuali che generano confusione ed imbarazzo ed incapaci di gestire il qui ed ora. Impossibile dare e ricevere attenzione piena. La “presenza” è pianta soprattutto dalla vecchia virtù del rispetto ed inaspettatamente dalla virtù dall’ “efficacia”, ancora giovane ma ignorata ed incompresa. Perché se siamo solo presenti a metà, daremo metà, riceveremo metà e dovremo lavorare il doppio.