Cambiare in un bruco migliore o trasformarsi
in farfalla? Questa domanda spiega ed introduce istantaneamente due diverse
declinazioni del tema “cambiamento”.
Cambiare significa rendere le cose migliori,
più veloci, più economiche…insomma “più” o “meno” qualcosa. In questo ambito il
passato è il punto di riferimento e le nostre azioni sono indirizzate a
modificare quello che è già successo. Il successo del processo è misurato dalle
efficienze e dalle economie che si sono realizzate alle fine dei nostri sforzi.
Quando scegliamo di cambiare il futuro è una versione migliorata del passato.
La trasformazione parte dall’assunto che le
nostre azioni di oggi creeranno il nostro futuro domani. E questo futuro può
essere descritto in modo completamente libero, privo di riferimenti al passato.
In un processo di trasformazione si disegna il futuro e si cercano poi modi per
realizzarlo. Quando scegliamo di trasformarci il futuro è qualcosa di
completamente nuovo.
Cosa implica questa differenza?
Quando un team è al lavoro è importante
chiarire in quale dei due ambiti stiamo operando per evitare confusioni e per
darsi un metodo. Se ci stiamo “trasformando” è la “visione” che guida…e bisogna
dedicare il tempo necessario a crearla, chiarirla e condividerla. Poi cercare le
strade per raggiungerla. In un processo di cambiamento come descritto sopra si
lavora più per parametri, identificando la situazione attuale e lo stato
desiderato. E definendo quindi azioni puntuali per il miglioramento. Due metodi
abbastanza diversi, non migliori o peggiori ma alternativi. Evitare di fare
confusione può essere importante per l’efficienza del processo.Paolo Mazzaglia