C’è solo una cosa peggiore di far crescere le tue persone e farle andare via: non farle crescere e costringerle a restare. Zig Ziglar
La piramide dei bisogni di Maslow è molto nota. Secondo la
sua teoria bisogni e motivazioni hanno lo stesso significato e si strutturano in gradi,
connessi in una gerarchia di prepotenza relativa; il passaggio ad uno stadio
superiore può avvenire solo dopo la soddisfazione dei bisogni di grado inferiore.
Ora in qualità di manager si è in grado di avere influenza ed effetto su almeno
tre livelli della piramide stessa. Sicurezza, Appartenenza, e Stima. Al primo
livello corrisponde appunto la “sicurezza” almeno relativa del poter mantenere
il proprio posto di lavoro, di avere davanti una possibile percorso di carriera
ed anche temi come una eventuale assicurazione sanitaria o la possibilità di
avere un sano worklife balance. Il livello successivo, quello di appartenenza,
è relativo al fatto che le persone vogliono sentirsi parte di una squadra, dove
collaborazione, cameratismo e rispetto reciproco sono importanti. E si ha la
sensazione di stare contribuendo a qualcosa di importante meglio ancora.
L’ultimo livello è la stima. Le persone vogliono giustamente avere la
sensazione che il loro contributo è importante, che i loro meriti sono
riconosciuti, e vogliono sentire di stare crescendo, diventando migliori. Bene, un manager dicevamo può avere un
effetto molto forte su questi tre livelli. E l’effetto può essere positivo o
terribilmente negativo. Bastano poche semplici mosse se ci pensiamo bene per
distruggere questi tre livelli di motivazione. Ecco alcuni esempi:
- Creare un clima di incertezza e paura per il futuro come
leva per una maggior produttività
- Non mantenere le promesse
- Stimolare la competizione all’interno di team che
dovrebbero operare in sinergia
- Non riconoscere sforzi e risultati raggiunti dai
collaboratori
- Essere poco chiari su obiettivi e senso dei compiti
assegnati
- Non creare percorsi di sviluppo e carriera per le
persone
Il problema è che quando una persona è frustrata nei suoi
bisogni fondamentali è molto in crisi. E
no solo ha una produttività più bassa ma è anche altamente infedele e lascerà
l’azienda alla prima occasione. Anche se l’azienda è di successo ed
interessante a molti livelli è il manager in questione il punto di riferimento.
Le persone devono lavorare innanzitutto con i propri colleghi stretti e con il
capo. Ed è lui che lasciano, non l’azienda, quando decidono di cambiare lavoro.