lunedì 4 novembre 2013

Asili, genitori e motivazione intrinseca


Come motivare i genitori a passare a prendere i propri figli in tempo dopo il lavoro negli asili in cui venivano lasciati durante il giorno (costringendo il personale ad aspettarli prima di poter tornare a casa)? E’ stato fatto un interessante esperimento. Il centro in questione ha deciso di dare una multa, diciamo di 10 €, ogni volta che i genitori erano più di 5 minuti in ritardo. Risultato? E’ aumentato il numero di genitori che arrivava in ritardo e sono aumentati anche i minuti di ritardo stesso. Come è possibile? 

Per capirlo bisogna introdurre il concetto di motivazione intrinseca ed estrinseca e dare un’ occhiata al subconscio dei genitori in questione. Innanzitutto perché prima dell’introduzione della multa molti genitori arrivavano in tempo o almeno ci provavano per una serie di motivi: pressione sociale, desiderio di non creare problemi al personale del centro, senso di responsabilità per i propri figli: tutti elementi detti di motivazione intrinseca, che viene da dentro. Con la multa all’ improvviso tutto si trasforma in uno scambio economico, che vale 10 €. Se le ragioni per arrivare in ritardo vengono percepite come importanti tanto da valere la pena spendere quella piccola cifra, le persone semplicemente la pagano senza più preoccuparsi del resto. La motivazione estrinseca (la multa) sostituisce la motivazione intrinseca (il senso di responsabilità) riducendolo ad una transazione di denaro. Se trasportiamo il discorso dalla punizione (la multa) al premio non cambia molto. 

Ad esempio si è sperimentato che pagare i donatori di sangue non ne fa aumentare il numero. Anche qui il vero “motore” del atto è di solito legato al senso civico e alla compassione per il prossimo. Il premio in denaro spazza via questi elementi di motivazione intrinseca rendendo il donare il sangue qualcosa che ha il valore di una somma in denaro e che fa leva sulla motivazione estrinseca. Altri esperimenti fatti con adulti e bambini hanno confermato questo dato controintuitivo: premiare o punire non sono sempre le strategie migliori per motivare le persone. Questo è secondo me un messaggio importante che dovrebbero capire tutti quei manager (e ne ho incontrati molti che la pensavano così) che lamentano la possibilità di “punire” da una parte o elargire “bonus” in denaro dall’altra per motivare le loro persone. La motivazione è qualcosa di assolutamente più delicato dell’ antico binomio bastone e carota (ne abbiamo parlato qui) e uno dei  ruoli del manager è quello di creare le condizioni affinché la motivazione intrinseca si sviluppi e si mantenga. Compito non facile e mal digerito perché significa sviluppare competenze e dedicare tempo ed energia.

Paolo Mazzaglia