lunedì 16 aprile 2012

…un lavoro stupido e ripetitivo al giorno…



Se non sei nel momento, o stai guardando avanti verso l’incertezza, o indietro verso la paura e il rimpianto.
Jim Carrey (si, proprio l’attore comico)


Un lavoro stupido e ripetitivo al giorno non toglie il medico di torno ma può aiutarci ad avere qualche buona idea e a recuperare un po’ di equilibrio. Ovviamente a patto di approcciare la cosa  in un certo modo. Ma prima cerchiamo di definire cosa è un lavoro “stupido e ripetitivo”. Probabilmente non esistono criteri oggettivi ma sia una definizione strettamente individuale. Per qualcuno  ad esempio ripulire l’inbox delle email rappresenta un buon caso: si tratta di ordinare i mittenti per nome, creare la cartelletta corrispondente e trascinarci i messaggi dentro. Mettere in ordine  files e documenti (sia informatici che cartacei) è un altro esempio. Si tratta insomma di lavori che richiedono poca concentrazione e una semplice pratica manuale. E che per lo più sono noiosi.
Cosa potrebbe succedere se approcciamo a queste attività con lo spirito giusto? Molto semplicemente la nostra mente conscia si “scarica” e senza accorgerci accediamo al nostro subconscio (che, facendo una grossolana semplificazione, rappresenta il 90% del nostro potenziale). Tutti abbiamo provato qualche volta questo fenomeno: il problema risolto guidando verso casa, l’idea improvvisa mentre falciamo il prato, brillanti strategie di business intraviste  durante una camminata in montagna. Il problema di queste intuizioni è che si verificano  in situazioni in chi è difficile fermarsi per prendere un appunto, esplorare il concetto, condividerle. E dopo poco si perdono nel nulla.

Il doppio vantaggio di creare lo stesso stato mentale al lavoro è dato dalla possibilità di approfittare subito dell’intuizione e dal vantaggio di completare finalmente quel lavoro stupido e noioso che continuavamo a rimandare.

Come serve ( o non serve ) però per accedere al nostro potenziale intuitivo? Semplicemente dedicarci completamente al nostro compito. Essere presenti nel qui ed ora non vivendolo con ansia o come perdita di tempo, ma con presenza ed intenzione, lasciandoci andare senza sensi di colpa a quel lieve intontimento benefico che compare se riusciamo a smetterla di pensare ai nostri problemi e a concentrarci solo sull’osservazione di quello che stiamo facendo.

Il concetto ovviamente è tutt’altro originale essendo già stato preso in esame da varie forme di meditazione antica e dallo Zen ma sembra interessante (e divertente) l’idea che per recuperare energie ed avere buone idee forse dovremmo dedicarci proprio a quelle attività che istintivamente evitiamo e riteniamo nemiche di performance e creatività…

Insomma, se tutte le famose tecniche di gestione del tempo e di focalizzazione con noi non hanno dato risultati, forse potrebbe valer la pena fare altrimenti, e provare con 15 minuti di benefico intontimento al giorno. Potrebbe essere una rivoluzione!