Se non sei nel
momento, o stai guardando avanti verso l’incertezza, o indietro verso la paura
e il rimpianto.
Jim Carrey (si, proprio l’attore comico)
Un lavoro stupido e ripetitivo al giorno non toglie il
medico di torno ma può aiutarci ad avere qualche buona idea e a recuperare un
po’ di equilibrio. Ovviamente a patto di approcciare la cosa in un certo modo. Ma prima cerchiamo di
definire cosa è un lavoro “stupido e ripetitivo”. Probabilmente non esistono
criteri oggettivi ma sia una definizione strettamente individuale. Per
qualcuno ad esempio ripulire l’inbox
delle email rappresenta un buon caso: si tratta di ordinare i mittenti per
nome, creare la cartelletta corrispondente e trascinarci i messaggi dentro.
Mettere in ordine files e documenti (sia
informatici che cartacei) è un altro esempio. Si tratta insomma di lavori che
richiedono poca concentrazione e una semplice pratica manuale. E che per lo più
sono noiosi.
Cosa potrebbe succedere se approcciamo a queste
attività con lo spirito giusto? Molto semplicemente la nostra mente conscia si
“scarica” e senza accorgerci accediamo al nostro subconscio (che, facendo una
grossolana semplificazione, rappresenta il 90% del nostro potenziale). Tutti
abbiamo provato qualche volta questo fenomeno: il problema risolto guidando
verso casa, l’idea improvvisa mentre falciamo il prato, brillanti strategie di
business intraviste durante una
camminata in montagna. Il problema di queste intuizioni è che si
verificano in situazioni in chi è
difficile fermarsi per prendere un appunto, esplorare il concetto,
condividerle. E dopo poco si perdono nel nulla.
Il doppio vantaggio di creare lo stesso stato mentale
al lavoro è dato dalla possibilità di approfittare subito dell’intuizione e dal
vantaggio di completare finalmente quel lavoro stupido e noioso che
continuavamo a rimandare.
Come serve ( o non serve ) però per accedere al nostro
potenziale intuitivo? Semplicemente dedicarci completamente al nostro compito.
Essere presenti nel qui ed ora non vivendolo con ansia o come perdita di tempo,
ma con presenza ed intenzione, lasciandoci andare senza sensi di colpa a quel
lieve intontimento benefico che compare se riusciamo a smetterla di pensare ai
nostri problemi e a concentrarci solo sull’osservazione di quello che stiamo
facendo.
Il concetto ovviamente è tutt’altro originale essendo
già stato preso in esame da varie forme di meditazione antica e dallo Zen ma
sembra interessante (e divertente) l’idea che per recuperare energie ed avere
buone idee forse dovremmo dedicarci proprio a quelle attività che
istintivamente evitiamo e riteniamo nemiche di performance e creatività…
Insomma, se tutte le famose tecniche di gestione del
tempo e di focalizzazione con noi non hanno dato risultati, forse potrebbe
valer la pena fare altrimenti, e provare con 15 minuti di benefico intontimento
al giorno. Potrebbe essere una rivoluzione!