Avete un amico o collega con
una convinzione forte e radicata? Come ad esempio che i soldi siano l’unico e
solo modo per motivare le persone? Avete cercato di spiegargli che non è così,
magari perché voi stessi non vi riconoscete in questa affermazione o magari
perché avete letto un articolo a riguardo eppure lui non desiste e vi porta a
rinforzo delle sue opinioni un mucchio di esempi? Talmente precisi che magari
anche a voi comincia a venire il dubbio?
Cosa c’è dietro questo
meccanismo? E’ lui che è ben documentato e voi no, viceversa oppure c’è
qualcosa di più complesso?
Innanzitutto bisogna tirare
in ballo il “bias di conferma”. Wikipedia lo definisce un processo mentale che consiste nel
ricercare, selezionare e interpretare informazioni in modo da porre maggiore
attenzione, e quindi attribuire maggiore credibilità, a quelle che confermano
le proprie convinzioni o ipotesi, e viceversa, ignorare o sminuire informazioni
che le contraddicono. Il fenomeno è più marcato nel contesto di argomenti che
suscitano forti emozioni o che vanno a toccare credenze profondamente radicate.
Ora che ci piaccia o no noi
funzioniamo così. Si potrebbe obiettare che nell’era di internet e
dell’informazione disponibile sia difficile però prendere cantonate. Per
tornare alla discussione con l’amico…sarebbe bastato leggere uno dei tantissimi
studi fatti per capire che il suo punto di vista è sbagliato. E invece no.
Perché purtroppo la rete invece di aiutarci ad allargare le nostre vedute pare
funzioni all’opposto.
In un bell’articolo uscito su
Wired (lo trovate qui) si parla di alcuni studi (fatti nello
specifico sul tema delle bufale, ovvero chi ci crede e chi le smonta) si conclude
che “il network non serve per informarsi, ma per avere conferme a
quello che già si conosce. Cioè per certificare la propria appartenenza a
una tribù e rimanere protetti all’interno del gruppo
dei propri simili”. E portare avanti battaglie contro la tribù nemica pare sia
un “gioco” irresistibile e di grande soddisfazione.
Penso a tutte le volte in
cui, navigando su facebook, ho letto qualcuno dichiarare “ed oggi faccio
pulizia”…con conseguente cancellazione di tutti quelli che non la vedono come
lui: mi pare di scorgere la volontà di consolidare la tribù ed arroccarsi per
lanciare un nuovo attacco.
Peccato. Perché gli strumenti e le informazioni ci
sono ma il nostro cervello ancora fa fatica ad uscire da meccanismi antichi
(utili per la sopravvivenza) ed edonistici ( creare un’immagine grandiosa di sé
screditando gli altri pare sia irresistibile).
Quale antidoto? Forze
sforzarsi di tenere tra i contatti sui social anche persone che la vedono
diversamente da noi? Difficilissimo soprattutto sui temi caldi del nostro
tempo. Eppure potrebbe essere un modo per non cedere troppo alla relatività del
nostro sentire e pensare. Richiede sforzo, ovviamente, e non tutti hanno voglia
di farlo. Credo che cancellerò dai miei contatti tutti quelli che non si sentono
di fare questo tentativo (era una battuta…si era capito vero?).