Oggi le aziende non hanno più bisogno di buoni manager. Servono degli ottimi leader. Lo scenario economico è cambiato e si è evoluto nel corso degli ultimi anni in modo radicale. La competitività a livello globale, il Web 2.0, la chiamata alla trasparenza e all’informazione, la delocalizzazione, la necessità di trasformarsi da strutture burocratiche e ingegnerizzate a unità snelle e flessibili, sono solo gli elementi più evidenti della nuova realtà che le organizzazioni vivono ogni giorno. La creatività e l’innovazione insieme alla capacità di adattamento diventano così fattori cruciali per la sopravvivenza stessa di un’organizzazione. In questo turbolento scenario, non è più sufficiente essere capaci di decidere tra due opzioni, saper pianificare, coordinare e supervisionare. Il manager-leader deve saper creare coinvolgimento nel tracciare una rotta, generare fiducia nelle capacità delle persone, che saranno indispensabili ad arrivare all’obiettivo con successo. Il leader deve avere una visione chiara e la capacità di comunicarla, deve essere in grado di riconoscere e ricompensare. Il leader è un abilitatore e un ispiratore, capace di espandere le capacità degli individui e di coinvolgerli nel processo affinché si comportino, a loro volta, da leader nel loro lavoro.Abbiate cura dei mezzi, e i fini si realizzeranno da soli. Mahatma Gandhi
Il bravo leader è un elemento strategico per l’azienda: ha
infatti un impatto decisivo sui profitti, potendo arrivare anche a raddoppiarli
grazie alle sue buone performance. Uno studio condotto da Jack Zenger e Joseph
Folkman (2010), co-fondatori di una società statunitense tra le più quotate
nello sviluppo della leadership, ha fatto valutare 20.000 leader in tutto il
mondo dai suoi circa 200.000 stakeholder. Mettendo a confronto il 10% dei
leader più bravi con il 10% di quelli meno funzionali, sono state rilevate
sedici competenze distintive e da qui la correlazione statistica tra leadership
e indicatori di business come
il margine, il turnover, la soddisfazione del cliente, il coinvolgimento dei
collaboratori. Le competenze distintive sono state clusterizzate in cinque
aree: carattere (onestà e integrità), orientamento ai risultati, capacità
personale, abilità interpersonali, catalizzatore di cambiamento. Una buona
leadership ha un impatto sul benessere delle persone e questo sulle loro
prestazioni. Diversi studi infatti hanno dimostrato la correlazione tra
leadership efficace e benessere psicologico del follower. Il
lavoro è un’occasione per costruire, trasformare o confermare la propria
identità, è una forma d’espressione dei propri valori, un modo per esternare il
proprio talento e apportare un contributo alla comunità. Al leader spetta
l’onere o l’onore di aiutare il processo di attribuzione di senso rispetto a
quello che gli individui fanno.
Come allenarsi ad essere dei buoni leader? Secondo alcuni
studi, la chiave per la formazione alla leadership starebbe nel lavorare sui
punti di forza e non sulle debolezze, un metodo che ribalta completamente
l’approccio degli ultimi decenni. Questi studi hanno dimostrato che quei leader che sono stati
guidati, a valle dei loro
assessment e valutazioni a 360°, nel rafforzare i loro punti di forza per portarli a livelli di eccellenza, hanno ottenuto
molti più risultati di coloro che si
sono concentrati esclusivamente
sulle aree di debolezza. E’ emerso che tutte le
competenze di leadership sono
strettamente collegate le une con le
altre: in generale, pertanto, facendo allenare un leader sulle sue competenze
più forti, anche le altre migliorano.
Alessandra Giardiello
Alessandra Giardiello