lunedì 23 gennaio 2012

Riflessioni sulla leadership



Abbiate cura dei mezzi, e i fini si realizzeranno da soli. Mahatma Gandhi 
Oggi le aziende non hanno più bisogno di buoni manager. Servono degli ottimi leader. Lo scenario economico è cambiato e si è evoluto nel corso degli ultimi anni in modo radicale. La competitività  a livello globale, il Web 2.0, la chiamata alla trasparenza e all’informazione, la delocalizzazione, la necessità di trasformarsi da strutture burocratiche e ingegnerizzate a unità snelle e flessibili, sono solo gli elementi più evidenti della nuova realtà che le organizzazioni vivono ogni giorno. La creatività e l’innovazione insieme alla capacità di adattamento diventano così fattori cruciali per la sopravvivenza stessa di un’organizzazione. In questo turbolento scenario, non è più sufficiente essere capaci di decidere tra due opzioni, saper pianificare, coordinare e supervisionare. Il manager-leader deve saper creare coinvolgimento nel tracciare una rotta, generare fiducia nelle capacità delle persone, che saranno indispensabili ad arrivare all’obiettivo con successo. Il leader deve avere una visione chiara e la capacità di comunicarla, deve essere in grado di riconoscere e ricompensare. Il leader è un abilitatore e un ispiratore, capace di espandere le capacità degli individui e di coinvolgerli nel processo affinché si comportino, a loro volta, da leader nel loro lavoro.
Il bravo leader è un elemento strategico per l’azienda: ha infatti un impatto decisivo sui profitti, potendo arrivare anche a raddoppiarli grazie alle sue buone performance. Uno studio condotto da Jack Zenger e Joseph Folkman (2010), co-fondatori di una società statunitense tra le più quotate nello sviluppo della leadership, ha fatto valutare 20.000 leader in tutto il mondo dai suoi circa 200.000 stakeholder. Mettendo a confronto il 10% dei leader più bravi con il 10% di quelli meno funzionali, sono state rilevate sedici competenze distintive e da qui la correlazione statistica tra leadership e indicatori di business come il margine, il turnover, la soddisfazione del cliente, il coinvolgimento dei collaboratori. Le competenze distintive sono state clusterizzate in cinque aree: carattere (onestà e integrità), orientamento ai risultati, capacità personale, abilità interpersonali, catalizzatore di cambiamento. Una buona leadership ha un impatto sul benessere delle persone e questo sulle loro prestazioni. Diversi studi infatti hanno dimostrato la correlazione tra leadership efficace e benessere psicologico del follower. Il lavoro è un’occasione per costruire, trasformare o confermare la propria identità, è una forma d’espressione dei propri valori, un modo per esternare il proprio talento e apportare un contributo alla comunità. Al leader spetta l’onere o l’onore di aiutare il processo di attribuzione di senso rispetto a quello che gli individui fanno.
Come allenarsi ad essere dei buoni leader? Secondo alcuni studi, la chiave per la formazione alla leadership starebbe nel lavorare sui punti di forza e non sulle debolezze, un metodo che ribalta completamente l’approccio degli ultimi decenni. Questi studi hanno dimostrato che quei leader che sono stati guidati, a valle dei loro assessment e valutazioni a 360°, nel rafforzare i loro punti di forza per portarli a livelli di eccellenza, hanno ottenuto molti più risultati di coloro che si sono concentrati esclusivamente sulle aree di debolezza. E’ emerso che tutte le competenze di leadership sono strettamente collegate le une con le altre: in generale, pertanto, facendo allenare un leader sulle sue competenze più forti, anche le altre migliorano.

Alessandra Giardiello

lunedì 16 gennaio 2012

Minimalismo, logorroici e poesia 3


La semplicità  è  la sofisticazione suprema. Leonardo Da Vinci

Nei post precedenti abbiamo dibattuto in modo NON sintetico della bruttezza della logorrea e della bellezza della sintesi. Ora non resta che rispondere ad una domanda difficile: come fare ad essere più sintetici?
Considerando che non esiste una bacchetta magica e che nulla si può ottenere senza sforzo vediamo tre semplici consigli che ci possono aiutare…

·         Utilizzare la tecnica della piramide rovesciata
·         Ripulire grazie ad una magica domanda
·         Prepararsi, prepararsi e prepararsi.

Cominciamo dai primi due punti
Innanzitutto cosa è la tecnica della piramide rovesciata? E’ una metafora nata nel giornalismo per descrivere l’uso di mettere la più importante informazione all’inizio  di un testo. La necessità era nata pare tra i reporter di guerra in epoche in cui le comunicazioni non erano avanzate come adesso e gli articoli si dettavano al telefono e la linea poteva cadere in qualsiasi momento. Se quindi si cominciava con le informazioni di contorno e poi la linea cascava davvero si rischiava di lasciare la controparte con una serie di informazioni irrilevanti e nessuna notizia pubblicabile. Oggi molti giornali sono scritti così: in grassetto la notizia più importante e a seguire in ordine decrescente di importanza le informazioni di contorno. La conseguenza è che si può lasciare la lettura in qualsiasi momento e ancora avere chiaro di cosa si sta parlando ( questo stile viene chiamato "summary news lead" style, o "Bottom Line Up Front").
Per parlare della pulizia bisogna tornare invece ad un concetto assolutamente Zen. Ovvero liberare dal superfluo per lasciare l’essenziale. Atteggiamento non facile da imparare a meno di non impegnarsi in un cammino personale di meditazione e crescita spirituale. Può però aiutarci una metafora assolutamente ordinaria e che tutti conosciamo. I bagagli. Immaginiamo di aver preparato una soddisfacente valigia per un bel viaggio. E all’improvviso ci comunicano che per ragioni di sicurezza potremo imbarcare solo una valigia grande la metà. Cosa facciamo? Siamo costretti ovviamente a razionalizzare distinguendo il necessario dal piacevole ma NON indispensabile. Allo stesso modo dovremmo fare con le parole che scegliamo ed una buona domanda da farsi ce la insegnano gli anglosassoni: “so what?”. Tradotta suona un po’ come un provocatorio “ e quindi?”…ed è la domanda chiave per imparare a distinguere. Se alla domanda la risposta è “niente” forse quella frase, quel riferimento, si può tranquillamente cestinare.
Infine ma prima di tutto resta il concetto di preparazione. Decidere qual è l’informazione più importante, metterla per prima, ripulire dal superfluo…non sono attività che si improvvisano. Serve tempo, serve preparazione. La buona notizia è che il tempo investito lo potremo recuperare quando finalmente dovremo parlare o scrivere finalmente in modo più sintetico ed efficace dimostrando anche agli altri che “meno è meglio”.

domenica 8 gennaio 2012

Buoni propositi per “tirare su la testa”

Agende fitte di impegni, persone intente a rispondere a mail durante il week end, i viaggi in treno, in auto, in metropolitana. Una riunione dietro l’altra. Una telefonata dopo l’altra con un occhio a facebook ed uno a linkedin. Sono I nostri tempi, accettiamolo, inutile continuare a demonizzarli… E poi via, tutto questo daffare è anche l’adrenalina che dà la carica. E allora giù, testa bassa.

 Ok, bene.

 A testa bassa.

 Solo che, quando si tratta di avere la prossima brillante idea che faccia la differenza, tutto questo “tirare” non aiuta molto. E il mondo ha un disperato bisogno di buone idee. Buone con la B maiuscola. E per averle la testa dobbiamo anche alzarla, acquisire una visione dall’alto, arricchirci con nuovi stimoli e suggestioni, esplorare il campo delle possibilità. Ora, nella nostra agenda mettiamo un po’ di tutto. Ma pochi trattano anche le attività volte all’arricchimento personale, all’ossigenazione cerebrale, al pensare e fantasticare con il rispetto che riservano ad una riunione con il capo o con un cliente importante (Bill Gates era solito prendersi un intera settimana solo per pensare). Anche solo investire l’1% del nostro tempo in questa direzione non può che essere un enorme regalo. Innanzitutto per noi stessi, e magari anche per il nostro business. E allora proviamoci, dedichiamo almeno un paio d’ore al mese a fare qualcosa di nuovo, inconsueto, stimolante. Il mondo è pieno di suggestioni per la mente recettiva e non bisogna fare grandi cose: basta andare a vedere una mostra d’arte, uno spettacolo teatrale, leggere qualcosa di nuovo, perdersi in un museo o in un parco…guardare la gente, guardare la vita. Blocchiamo in agenda questo tempo e proteggiamolo. Scopriremo che non ci saranno conseguenze per la nostra produttività e soprattutto il seme della prossima idea eccezionale potrebbe passarci vicino quando abbiamo la testa alta e gli occhi ben aperti.