venerdì 12 dicembre 2014

Praticare la bellezza


La bellezza salverà il mondo”. F. Dovstoveskij

Grazie alla scoperta dei neuroscienziati di Parma, oggi sappiamo che nel nostro cervello c’è una particolare classe di neuroni che funziona per imitazione. I neuroni specchio entrano in gioco nell’osservazione del comportamento degli altri, attivandosi come in chi esegue l'azione. Per esempio, se guardiamo una persona che beve una bibita dissetante, ecco che nel nostro cervello si attivano le aree necessarie a compiere esattamente quel gesto, anche se noi poi non lo facciamo. Qualcuno, grazie a questo effetto, riesce persino ad avvertire la sensazione di fresco nella sua bocca. Questi neuroni, quindi, riflettono, come uno specchio appunto, quello che vedono accadere nel cervello altrui. La scoperta della presenza di queste cellule anche in aree cerebrali diverse da quelle deputate al solo movimento, offre la possibilità di compiere un nuovo salto in avanti nella conoscenza del complesso meccanismo biologico alla base del comportamento sociale dell’uomo e della sua interazione con l’ambiente. In quest’ambito è stato indagato il rapporto tra neuroni specchio e opere d’arte, osservando cosa accade ad esempio nel cervello di chi si trova di fronte a una statua classica greca: le opere greche attivano i neuroni specchio dell’empatia, che è quella capacità di condividere e compartecipare le emozioni dell’altro. La bellezza renderebbe, in particolare, più forte l’empatia di chi la guarda: avrebbe il potere di generare altra bellezza.

Come potremmo utilizzare praticamente e in modo vantaggioso questo meccanismo? Non essendo, ahimè, tutti artisti e non potendo quotidianamente dilettarci nel tentativo di diventarlo, o di realizzare opere d’arte, cosa ce ne possiamo fare di questa scoperta? Un aiuto arriva dall’affermazione di Lev Tolstoj “non si tratta di rincorrere la bellezza, quanto di cercare quello che dà come conseguenza la bellezza”. Come possiamo promuovere il bello nel nostro agire quotidiano, all’interno delle nostre organizzazioni? Quali parti attive di un eco sistema che anche da noi dipende ed è influenzato, ci chiediamo mai quali sono i nostri comportamenti che hanno come conseguenza la bellezza? Rifacciamoci agli antichi, secondo i quali il concetto di bello era legato al vero e al buono. In questo senso potremmo, ad esempio, interrogarci su quanto ci sia di vero e di buono nelle nostre interazioni con i clienti, con i colleghi, con i collaboratori, con i superiori. Come contribuiamo a rendere migliore il nostro contesto, l’ambiente che animiamo ogni giorno con la nostra presenza? Cosa succederebbe se ciascuno di noi ogni giorno, praticasse quel po’ di bellezza?

Alessandra Giardiello