domenica 1 settembre 2013

Emozioni negative e comfort zone

Usciamo dalla zona di comfort. Possiamo crescere solo se siamo disposti a sentirci a disagio ed in difficoltà provando qualcosa di nuovo. Brian Tracy
Le emozioni negative non sono mai state viste di buon occhio, ed in un certo modo è evidente il perché. Al contrario la gioia, la felicità e la soddisfazione sono al primo posto tra gli obiettivi della maggior parte di noi.
Eppure le tanto neglette e più che mai nascoste, soffocate, ignorate emozioni negative hanno una loro importantissima utilità. Come il dolore, si quello fisico. Che non è altro che un campanello d’allarme che segnala qualcosa che non va. E soprattutto ci dice in modo chiaro ed inequivocabile “fai qualcosa”.
Di fatto le emozioni negative diventano una cosa seria solo se evitiamo di fare qualcosa per porvi fine. E’ l’incapacità o la non volontà di agire il vero problema, non l’emozione negativa in se. Che invece dovrebbe metterci immediatamente in moto…


Prima però dobbiamo riconoscere ed accettare il sentimento ed evitare di nasconderlo come la polvere sotto al tappeto. Quindi andare ad investigare le cause del problema e finalmente agire e fare qualcosa per mettere fine allo stimolo negativo. Semplice a dirsi ma difficile a farsi. Perché spesso le azioni correttive implicano uscire dalla nostra zona di comfort, prendere dei rischi, decidere nuovamente. E si sa che lo status quo appare confortevole proprio perché non bisogna prendere nuove decisioni ed è tutto già regolato. Ed ecco che ci si trova intrappolati in un loop negativo che alla fine può incancrenirsi e diventare permanente parte di noi. A meno che il dolore non diventi insopportabile, e allora saremo costretti ad agire, ma in panico, in modo disordinato e nevrotico a tutto svantaggio della qualità delle nostre azioni.

Conviene invece prendersi cura delle nostre emozioni negative subito considerandole dei veri e propri campanelli di allarme che segnalano che è “tempo di cambiare qualcosa”. 

Paolo Mazzaglia