domenica 25 novembre 2012

Invertire l’equazione della felicità



Qual è il tipico modo in cui motiviamo i nostri comportamenti soprattutto come genitori o manager? Normalmente l’equazione che abbiamo dentro (e che trasmettiamo fuori) è la seguente: se lavoriamo più duramente, avremo un maggior successo. Se avremo maggiore successo, saremo più felici.  Secondo Shawn Achor (in un divertente speech per TED) questo modello è fondamentalmente retrogrado e sbagliato.

Innanzitutto, ogni volta che la nostra mente registra un successo viene cambiato il limite che definisce che cos'è un successo. Se abbiamo preso un buon voto, dobbiamo prendere un voto migliore, se otteniamo un buon lavoro vogliamo poi averne uno migliore (e lo stipendio non è mai alto abbastanza) , inoltre chi fa vendite sa che raggiunto un obiettivo di vendita il prossimo sarà più alto, sempre più alto. In sostanza dice   Achor che se poniamo la felicità oltre il successo non la troveremo mai. Ciò accade perché pensiamo che dobbiamo avere successo, e che solo dopo averlo raggiunto saremo felici. Il nostro modo di pensare conclude è quello di spingere la felicità oltre l'orizzonte cognitivo.

La vera bella rivoluzione secondo me invece il concetto  che i nostri cervelli lavorano al contrario. Esiste secondo Achor (e secondo studi scientifici) un “vantaggio competitivo della felicità”. In sostanza se il cervello si trova in uno stato positivo, funziona significativamente meglio di quando si trova in uno stato negativo, stressato o indifferente. Intelligenza, creatività ed il livello di energia aumentano. Studi dicono che il cervello in uno stato positivo è il 31% più produttivo di quando si trova in uno stato negativo, stressato o indifferente. Si diventa il 37% migliori nelle vendite. I dottori sono il 19% più veloci ed accurati nel giungere a diagnosi corrette quando sono in uno stato positivo, piuttosto che negativo, stressato o indifferente. Il che vuol dire che possiamo invertire la formula. 

Se possiamo scoprire come diventare positivi oggi, allora le nostre menti avranno un successo ancora maggiore perché saremo in grado di lavorare più duramente, meglio ed in modo più intelligente. Insomma lavorare sulla felicità delle persone potrebbe essere un passaggio fondamentale. Non solo perché le persone saranno “banalmente” più felici ma anche perché questa felicità avrà un impatto positivo sul business. A me sembra molto bello oltre che utile.

Come fare però ad aiutare le persone a diventare più positive e felici senza intervenire sul “successo”? E’ un tema affascinante. Ne riparleremo.

Paolo Mazzaglia