Si può scoprire di più su una persona in un'ora di gioco, che in un anno di conversazione. Platone
Immaginate un gruppo
di manager. Sono concentrati ma nessuno è seduto. Sono tutti in piedi e
si sporgono leggermente in avanti sul tavolo. Discutono animatamente di
business. Parlano di strategie, ipotizzano piani d’azione, esplorano scenari
diversi. Spesso chi parla indica con un dito qualcosa sul tavolo.
E sul tavolo
c’è una complessa costruzione fatta con i mattoncini Lego.
Si tratta
della metodologia di facilitazione Lego Serious Play, già diffusa in Nord
Europa e negli USA, e sperimentata con successo in molte organizzazioni, di
settori diversi.
I manager
hanno costruito le singole parti del modello sul tavolo, ciascuna rappresentante
la sua visione del problema. Poi hanno creato assieme un sistema. E magari
hanno identificato delle “forze” interne o esterne che possono avere un impatto
sul sistema stesso. E ad ogni fase hanno commentato, discusso, scambiato.
Le mani hanno
giocato, le menti hanno lavorato intensamente, tutti hanno attivamente partecipato.
La cosa
interessante da osservare è che, mentre le persone “costruiscono” la versione
tridimensionale di quello che hanno in mente…e quindi in sintesi giocano con i
Lego…hanno un espressione incredibilmente concentrata. E’ vero che si tratta di
introdurre quello che è originariamente un gioco amato da tutti al lavoro, ma è
anche vero che “giocare” in questo modo è una faccenda assolutamente seria.
Costruendo con le mani prima di parlare attingiamo più rapidamente al nostro
subconscio bypassando un po’ il solito rugginoso pensiero cosciente, che è
quello che ci fa dire le stesse cose nello stesso modo e che propone sempre le
stesse idee. Il modello tridimensionale diventa poi un ancora che tutti
comprendono e a cui tutti riescono a riferirsi senza sforzo. Le immagini,
specie se in 3D sono potenti e le conclusioni di un workshop di questo tipo
sono interessanti e concrete.
Alcune
organizzazioni in Italia lo hanno già provato ma ancora non è molto diffuso.
Forse al lavoro ci si prende ancora troppo sul serio e le ortodossie aziendali
faticano a prendere in considerazione queste nuove metodologie. Eppure basta
provare una volta per capire la bellezza e la potenza del metodo. Del resto diceva Nietzsche: “Maturità dell'uomo:
significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva
nei giuochi.”
Paolo Mazzaglia