lunedì 26 marzo 2012

Una nuova professione: il “risponditore” di email



L’ho visto succedere. Un collega ha alzato il telefono spazientito per chiamare un altro collega…perché non stava rispondendo alla sua email abbastanza velocemente. Questo semplice fatto è la punta dell’iceberg di un grande fraintendimento inconscio…ovvero l’email NON è uno strumento di comunicazione istantaneo. Solo che in tanti, troppi lo considerato tale…ed è uno dei motivi per cui ci spazientiamo se non ci rispondono in fretta e che sentiamo la pulsione di rispondere velocemente ed immediatamente ad ogni richiesta.

Eppure tutti i sacri testi sulla gestione del tempo e sulla produttività personale concordano sull’opportunità di non vivere incollati alla casella di posta, di tenerla addirittura chiusa di quando in quando, e di smaltire le varie email in momenti ben definiti della giornata dedicati. Proporlo suscita reazioni violentissime di rifiuto…le persone all’idea di tenere chiusa per mezz’ora la casella di posta o inorridiscono o fanno capire che esiste un entità superiore che si aspetta da loro proprio di rispondere istantaneamente pena le fiamme dell’inferno. C’è poi chi dice con innocenza “ma è il mio lavoro rispondere alle mail”. Mi chiedo che effetto farebbe questo titolo sotto il nome sul biglietto da visita…

Mario Rossi
Email responder

Eppure nonostante le resistenze il fatto resta…l’email non è uno strumento di comunicazione istantanea. Lo sono invece i programmi di istant messaging (usati con successo in tante grandi organizzazioni), la visita dal vivo e la cara vecchia telefonata. Che per altro siamo comunque costretti a fare quando il nostro interlocutore non risponde alla nostra mail velocemente come da storia all’inizio del post. Sarà ormai troppo tardi per imparare ad usare l’email in modo migliore?